Il 10 novembre vado a fare la prima visita in oncologia all'Ospedale di Lecco. Ad accogliermi c'è una dottoressa giovane, si chiama Federica e devo dire che mi ispira fiducia. Federica mi spiega che dovrò fare 6 cicli di chemioterapia, che ogni ciclo prevede un'infusione di farmaci per vena, che ogni ciclo dura tre settimane; mi fa leggere l'informativa che presenta tutti i possibili effetti collaterali, mi fa firmare il consenso al trattamento. Da parte mia mi interessa solo sapere quali giorni dovrò stare a casa dal lavoro e su riuscirò a portare aventi tutte le mie attività quotidiane.
Fissiamo la data di inizio: 19 novembre.
La scrivo in agenda, come se potessi dimenticarmene.
Mi faccio il mio programma mentale e penso che se dovrò diventare calva, è bene che prepari i miei alunni alla cosa. Così, nei giorni seguenti mostro a scuola questo video:
Può sembrare difficile parlare ai bambini di queste cose, in realtà non lo è affatto. Con loro ho usato la parola tumore, ho spiegato loro che i tumori possono venire a qualsiasi parte del corpo, gli ho prospettato la caduta dei capelli. Loro hanno fatto domande, anche quelle che un adulto avrebbe paura di fare e io ho risposto senza mai mentire. E loro hanno capito tutto ciò che c'era da capire.
A una settimana esatta dalla visita e alla vigilia degli esami del sangue pre-chemio, arriva poi una novità: la dottoressa del Centro dei Tumori di Milano mi chiama per dirmi che ha riguardato meglio i risultati dell'esame istologico e che lo stadio del tumore è da rivalutare, non più 2B, ma 1C. A questo punto le indicazioni mediche non andrebbero più verso la scelta della chemioterapia, ma si ridurrebbero a controlli periodici. La notizia è bella, ma sul momento in realtà mi fa arrabbiare: dovrebbe essere una esperta a cui affidarsi una dottoressa che su due piedi leggendo in trenta secondi la tua cartella ti dice di fare la chemioterapia, per poi aspettare tre settimane per riguardare bene i risultati e cambiare idea? In più non sopporto l'incertezza. Nella vita ho sempre avuto il bisogno di sapere, di darmi una forma in testa di quello che deve essere e quando tutte le carte vengono rimescolate, faccio fatica a stare in equilibrio.
A questa telefonata seguono varie comunicazioni tra i medici e si ufficializza la sospensione della terapia (e meno male che non l'avevo ancora iniziata!).
Il 10 dicembre vado a fare una visita ginecologica di controllo ed ogni possibile novità viene rimandata a febbraio, quando dovrò fare una laparoscopia di sorveglianza di cui tutti conosciamo già gli esiti... ma a questo arriveremo bene la prossima volta.