Al mattino ho tre sveglie.
Sì, lo so, non è il massimo.
Ho tre sveglie perché alzarsi dal letto per me è sempre incredibilmente traumatico.
Non so se il lasso di tempo che intercorre tra il suono di una sveglia e l'altra sia più efficace che deleterio ma, al momento, non posso farne a meno: rischierei ogni giorno di riaddormentarmi e non andare al lavoro.
Oggi, tra la sveglia delle 7:40 e quella delle 8:00 mi sono riaddormentata.
Quel sonno sufficientemente profondo da sognare.
Quel sonno sufficientemente leggero da ricordare tutto alla perfezione.
Ho fatto un sogno. Un sogno - inevitabilmente - breve, ma di un'intensità che mi ha disarmato.
Mi ha tranciato le gambe. Questa è l'espressione che ho subito pensato e che mi sono appuntata per non perdere quella sensazione che, nella frenesia del mattino, rischiavo di lasciar scivolare via.
Tutti i sogni, mentre li vivi, appaiono assolutamente realistici e credibili, poi però ti svegli e ti rendi conto dell'assurdità della presenza di una certa persona, o del modo strano e pazzesco con cui mutano tempi e luoghi, o del fatto che nella realtà certe cose non le faresti o potresti mai fare.
Il mio sogno di oggi, però, era incredibilmente realistico, verosimile, potrei definirlo quasi tangibile.
Come se ciò che ho sognato di dire, fare, toccare, annusare e provare lo avessi davvero detto, fatto, toccato, annusato e provato. Come se mi fossi trovata in un'altra dimensione altrettanto reale a quella in cui sto vivendo ora.
Come se... e invece non lo so...
Scavalcare i muri è un luogo di sfogo, di ricerca di me stessa, di lotta. è un luogo per riordinare i pensieri e le emozioni, è una casa, dentro alla quale sentirsi sicuri, è un motto, una sfida, l'unica maniera in cui sento di dover vivere la mia vita... CLIMB OVER THE WALLS: this is a place to vent, to search for myself, to fight, a place to reorder your thoughts and emotions, a house in which you can feel safe, a motto, a challenge, the only way I feel I should live my life...