Sono in uno di quei momenti così.
In cui ti fermi e cerchi di capire dove sei arrivata.
In cui, in realtà, avresti solo voglia di andartene al mare e goderti le vacanze.
Ma l'università e lo studio ti trattengono e manca ancora un mese.
Un mese in cui però sai che devi dare comunque il massimo per superare anche i prossimi due esami e iniziare a imbastire i lavori per quello di settembre...
Sai che non puoi sgarrare se vuoi laurearti il prima possibile,
sai che da ottobre ti aspetta un anno pienissimo tra lezioni, altri esami, laboratori, tirocinio, stesura della tesi, lavoro, allenamenti... cose a cui comunque non rinunceresti, sono quelle per cui senti che val la pena di far fatica, ma che ti mettono pure alla prova.
E poi c'è l'incertezza legata ai sentimenti. Quanto vale la pena veramente aspettare? Non si può avere una risposta.
Il problema è che ora sono andata talmente tanto avanti in una strada a me sconosciuta, che ora non so più dove sono... Non che mi faccia paura il proseguire, la paura è quella di non arrivare da nessuna parte.
E il non arrivare da nessuna parte è un finale che non ho mai preso in considerazione nella mia vita.
Anzi, mi fa molta paura!
Dall'altra parte, però, non vedo ancora vie che mi chiamano a loro, seppur qualche istinto di provare a cambiare sentiero ci sia. E forse ho deciso di ascoltarlo...
Ma di certezze non ne ho nessuna. Non dico di aver scelto di fare le cose giusto per farle... ma... non ho obiettivi, non ho mete, non ho aspettative e speranze nitide...
Questo pomeriggio ho fatto un sogno (sì, lo ammetto, ho dormito invece che sfruttare il mio tempo per studiare...). Uno dei miei. C'era un sentiero di montagna che portava ad un grande, grandissimo teatro. Ricordo molti piani su cui si saliva non troppo agilmente. Io lavoravo per il teatro, stavo dietro le quinte, osservavo lo spettacolo dalle fnestrelle dei depositi, dove si tengono i costumi, le stoffe e tutto il materiale di scena. Il teatro era immenso, gigantesco e bellissimo. Ricordo le mie continue salite e discese per le scale, e al bar ho pure rovesciato da bere ad un ragazzo.
Non ho trovato significati per un sogno del genere, so solo che mi è piaciuto nonostante l'apparente inconcludenza... non so... forse è che oggi mi sento così: in continuo movimento su scale e scale strette, imprigionata in un luogo che trovo bellissimo ma senza sapere nulla di più...
Scavalcare i muri è un luogo di sfogo, di ricerca di me stessa, di lotta. è un luogo per riordinare i pensieri e le emozioni, è una casa, dentro alla quale sentirsi sicuri, è un motto, una sfida, l'unica maniera in cui sento di dover vivere la mia vita... CLIMB OVER THE WALLS: this is a place to vent, to search for myself, to fight, a place to reorder your thoughts and emotions, a house in which you can feel safe, a motto, a challenge, the only way I feel I should live my life...
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