Ci sono sere che mi succede di fermarmi, come una statua di sale.
Mi fermo ad osservare, a scavare dentro le ossa di chi mi è intorno
per leggere la storia che sta sotto a quei vestiti, a quei sorrisi a volte forzati, a quegli occhi che cercano di raccontarsi.
E mi rendo conto di quanto schifo c'è.
Vorrei poter fare qualcosa, ma alla fine me ne sto li, con le mie preghiere e le mie belle parole.
Non che pensi che siano futili, ma come posso accontentarmi di questo?
Come si può lasciare che il lupo continui a fare a brandelli e divorare senza far nulla?
Osservare certi occhi fa tremare.
Fa tremare osservare una persona e vedere la sua luce schiacciata, soffocata,
quando potrebbe brillare come una stella di prima sera, quando il buio scende e il cielo inizia a nutrirsi di lei.
Un fiore che appassisce prima del tempo,
una sorgente d'acqua che si estingue lentamente,
e tutto quanto in sordina,
camuffato dalla debole corazza che ci si prova a costruire.
Non ne sono sicura ma a volte, forse, si può pregare per la morte di qualcuno.
Scavalcare i muri è un luogo di sfogo, di ricerca di me stessa, di lotta. è un luogo per riordinare i pensieri e le emozioni, è una casa, dentro alla quale sentirsi sicuri, è un motto, una sfida, l'unica maniera in cui sento di dover vivere la mia vita... CLIMB OVER THE WALLS: this is a place to vent, to search for myself, to fight, a place to reorder your thoughts and emotions, a house in which you can feel safe, a motto, a challenge, the only way I feel I should live my life...
domenica 28 aprile 2013
martedì 23 aprile 2013
Scegli per te stesso folli salti e sii pronto a spiccare il volo prima che il giorno ti rubi la luce
Parto con una premessa: i pensieri in questi giorni sono tanti, tantissimi e non so se sarò in grado di dare spazio e ordine al tutto.
Ci provo, partendo da alcune citazioni/mantra,
perchè forse a metterle qui in cima faranno da punti fermi ai miei pensieri così confusi e frenetici:
"L'essere umano non può scegliere nient'altro che se stesso. Tutto il resto è una menzogna. Quando non si sceglie per se stessi, si muore lentamente."
(Merete Morken Andersen)
"Quando saprai, o almeno avrai il sospetto di sapere cosa fare della tua vita, fallo! Spicca un folle salto nel buio. Se è il caso poi, non appena tocchi il suolo, corri, perchè non hai un secondo da perdere."
(sconosciuto)
"Splendi prima che il giorno ti rubi la luce"
(L'Aura)
Si, per l'ennesima volta, il punto focale è lo SCEGLIERE.
Ci riflettevo oggi: tantissime volte facciamo scelte che portano a tantissime conseguenze che, nella maggior parte dei casi, non eravamo stati in grado di prederevere o anticipare.
Conseguenze che non coinvolgono solo noi, inevitabilmente tutta una rete di persone vengono dipinte dal colore della nostra scelta.
Ed eccolo qui il nodo, la difficoltà. La paura di "sporcare" gli altri di colori che non donano.
La paura di recidere i fili tessuti con tanto impegno, di perdere qualcosa.
E' paradossale, ma anche quando sembra che si scelga "per gli altri" si sta scegliendo per se stessi (ovviamente a meno che non si abbia deciso di morire lentamente - a mio parere, scelta molto sciocca!-)
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E si sale sui fili, come funamboli, alla ricerca dell'equilibrio, nell'attesa del salto, magari del FOLLE SALTO.
Perchè questo si, credo che nella vita almeno un 2 o 3 salti debbano essere folli per poter dire di Essere stati.
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Si attende il momento giusto per Essere. Con la sola cautela a non attendere troppo: per quanto aspettare possa farci scoprire nuove forze e aspetti di noi, NON SI PUO' SCEGLIERE DI NON SCEGLIERE MAI! Se aspettiamo troppo il sole ci ruberà la luce e allora sarà troppo tardi per qualunque cosa.
sabato 13 aprile 2013
Ci siamo solo noi stessi
La situazione di un amico mi ha portata a pensare.
A pensare di quante scelte facciamo nella vita.
E di quanto sia difficile scegliere la cosa giusta per noi.
Al mattino la nostra razionalità ci colpisce in faccia come raggi di sole.
Ecco. Tutto è chiaro.
Ma poi la giornata avanza, la razionalità sfuma e tante volte ci troviamo a combattere con noi stessi tra ciò che avremmo voglia di fare istintivamente e ciò che sappiamo sia giusto per noi.
Difficilmente si esce dai casini semplicemente chiudendo gli occhi e urlandosi nella testa "sparisci, sparisci, sparisci!!".
Purtroppo se la combini, la paghi (e questa regola vale esponenzialmente di più man mano che alle spalle hai sempre meno soldi). E se ti tocca di pagare, ti solito è fino all'ultimo spicciolo.
Ma, per quanto si possa essere nei casini, bisogna essere consapevoli che laggiù in fondo una luce c'è sempre.
E' la luce della propria forza, delle proprie scelte ancora da compiere.
Non c'è destino.
Ci siamo solo noi stessi. E il sostegno di chi abbiamo intorno.
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