mercoledì 30 novembre 2011

I messaggi dei sogni

Stanotte ho fatto parecchi sogni. Ne ricordo 3 in particolare, e uno più di tutti.
Nel primo mio fratello Pietro, il più piccolo, spariva, non lo trovavamo più e, nella ricerca, iniziavano a scomparire anche altri due miei fratelli. Mi son svegliata durante la notte con un'orribile sensazione di impotenza e soprattutto dolore. Bruttissimo.
Nel secondo sogno, che è quello che ho fatto appena prima di svegliarmi, c'era sempre la mia famiglia, ma l'unica cosa che ricordo è che c'entravano delle chiavi che io dovevo andare a mettere nel tronco di un albero fuori dalla casa di un mio amico.
Ed ora arriviamo all'ultimo sogno, quello più strano, quello più sorprendente:
Ero in giro in bicicletta, per una città cupa, in vicoli grigi. Svolto a sinistra e supero sulla destra una scuola, che io sapevo essere malfamata per il tipo di ragazzi che la frequentavano (quelli che la società chiamerebbe mini-delinquenti), e sulla sinistra un centro di recupero per ex carcerati. Terminata la via, svolto a destra. Mi ritrovo in un vicolo chiuso. Sulla desta c'è un camion da cui un signore sta scaricando dei piccoli maialini. I maialini sono agitati, hanno voglia di correre. Io e altre persone (che non so da dove siano sbucate) ci mettiamo a fare da barriera, per non farli scappare dal vicolo. E, di colpo, mi accorgo di non aver più davanti a me dei piccoli porcellini rosa, ma BAMBINI di 8/9 anni. Sono bambini stranieri e non. Sono vivaci. E noi, che prima cercavamo di contenere i maialini, ora stiamo cercando di contenere questi bambini. Loro cercano di uscire, alcuni sono in bicicletta, proprio come lo ero io. Due in particolare interagiscono con me. Non ricordo i dialoghi iniziali. So solo che io respingevo questi ragazzi. Arrivo al punto di minacciarli di buttarli per terra, per fargli male. E lo faccio: spingo il primo e cade con la bicicletta appresso. Poi spingo il secondo che, però, con grande abilità riesce, facendo uno strano movimento con le ruote a stare in piedi. Io mi stupisco di questa sua abilità, e il mio viso lo dice anche a lui. Entro nel "recinto" che avevamo creato per contenere i bambini e, non più con cattiveria ma con una crescente complicità, spingo di nuovo il secondo bambino per una, due, tre volte. Ed ogni volta lui non cade ma gestisce alla perfezione i movimenti della sua bicicletta. Hamed, così si chiama il bambino, scende dalla sella e mi guarda. Io guardo lui. Entrambi ci sorridiamo. Un sorriso vero. Io grido: "Sei bravissimo Hamed!". E il sogno si conclude con un bellissimo abbraccio.

Questo sogno mi ha scaldato il cuore. Quel sorriso, quell'abbraccio sono stati tanto belli, quanto emozionanti. Non erano reali. Ma sono state reali le mie sensazioni (anche quelle di vergogna ripensandomi a spingere con forza dei bambini per farli cadere).

Non so perchè proprio oggi abbia fatto questo sogno. Non so perchè proprio oggi mi sia ricordata così bene un sogno (cosa che non mi succede quasi mai). Ma son convinta che c'entri con la mia strada. Quella che sto percorrendo per diventare una maestra al 100%. Spero di non far mai cadere volontariamente nessun bambino, ma spero di riuscire a condividere con tanti di loro la scoperta delle loro abilità, dei loro talenti e soprattutto, a condividere con loro la GIOIA di aver scoperto di essere capaci.

martedì 22 novembre 2011

LE EMOZIONI

"Le emozioni più difficili sono quelle che hanno a che fare con la rabbia e l'aggressività perchè spesso connotate negativamente." (appunti lezione di PISCOPATOLOGIA)


Il disturbo ossessivo compulsivo può nascere dall'inibizione di queste due emozioni. Se in famiglia l'aggressività e la rabbia del bambino vengono represse e bloccate sul nascere, perchè connotate negativamente, il bambino apprende che sia sbagliato provare queste emozioni; sa quindi di non poterle manifestare e decide di inibirle, ma...
... NON SI POSSONO CANCELLARE LE EMOZIONI!
... e tutto ciò che riesce a fare è mettere in atto delle strategia per cercare di stare meglio.

Che poi è quello che facciamo tutti noi, tutti i giorni. Nessuno di noi è NORMALE, tutti mettiamo in atto strategie, seppur inconsapevolmente, per affrontare ciò che la vita ci mette davanti.
Per quanto riguarda le emozioni, non potendole cancellare, tutto ciò che possiamo fare è REGOLARLE.
Non è cosa da poco. Sono armi molto potenti. Ma non sempre ce ne rendiamo conto.

Qualche anno fa ero in balia delle mie emozioni perchè, non solo non ero in grado di regolarle, ma nemmeno pensavo fosse possibile farlo. Qualcuno mi aveva definita "melodrammatica"... semplicemente avevo solo bisogno di crescere ancora un po' (e probabilmente non ero l'unica).
Ad oggi mi sento consapevole di quanto io sia cambiata, nell'afforntare le cose, nel VIVERLE, senza guardarmi da fuori, assaporando ogni dettaglio.
Ed è bello rendersene conto, è bello ascoltare una lezione in università e provare a capire se stessi un po' di più.

Non esistono emozioni brutte o emozioni cattive.
Vivi le tue emozioni, consapevole di quanto siano vere e legittime.
Amati per il coraggio che trovi nel mostrarle.
Abbi cura delle tue emozioni, perchè sono ciò che rendono la vita un'avventura.
Impara che tu, in ogni caso, sarai sempre più forte dell'emozione, se la saprai accettare.

martedì 8 novembre 2011

Ale

Trovo imprescindibile scrivere in questi momenti.
Nei momenti in cui sento dentro troppa roba, e devo darle sfogo, in qualche modo.
Devo tradurla in parole, darle un ordine per poterla guardare da fuori.
Salita in macchina son scoppiata a piangere, di getto.

Forse le lacrime migliori di tutta la mia vita.

Sembra assurdo, una contraddizione ma, a volte, si è felici anche se si piange.
Ed io in questo momento sono felice!
Sono felice di tutto quello che è successo finora, non cambierei nulla, non credo nei confini e non mi lascerei mai limitare da una linea, per giunta immaginaria.
Sono felice di essermi portata via un po' del tuo odore, che ieri sera ho impregnato nel cuscino senza saperlo e che andrà via in un paio di notti.
Sono felice di me stessa e di come ho imparato a gestirmi nei sentimenti. Non è un percorso facile. So di essere cambiata parecchio negli ultimi anni.




Non si sceglie se farsi mancare o meno una persona, ma beh, se si potesse scegliere, io ti sceglierei comunque. Ti voglio bene, Ale!

venerdì 4 novembre 2011

NON pensare a un elefante rosso!

Ieri sera ero a letto e riflettevo tra me e me sul potere delle parole.
Sia quelle che diciamo, sia quelle che ci teniamo nella testa.
Sono giunta alla conclusione che la parola "NON" sia stupida, perchè svolge male la sua funzione.
Si inceppa, incrina il messaggio, fuorvia, fa arrivare al posto sbagliato rispetto a quello che ci sia era prefissati.





Quanti di voi hanno immaginato un elefante rosso?







Ecco, e lo stesso accade quando si dice, ad esempio, "non ci pensare".
Quante volte alla vigilia di Natale, da bambini non riuscivamo a prendere sonno perchè troppo eccitati per il giorno dopo? Eppure dentro di noi ci dicevamo "non ci pensare, domani non è Natale, è un giorno come tanti, dormi! Che se ti addormenti arriva più veloce". Le lenzuola diventavano calde per il troppo rigirarsi e dormire diventava praticamente impossibile.

"Non dirlo a nessuno"
"Non farlo"
"Non ti sto giudicando"

Sì, è proprio una parola stupida!