sabato 4 giugno 2016

La Cosa. Parte terza

Ovociti archiviati, mi posso concentrare sulla chemioterapia e capire effettivamente cosa mi aspetta.
Il 10 novembre vado a fare la prima visita in oncologia all'Ospedale di Lecco. Ad accogliermi c'è una dottoressa giovane, si chiama Federica e devo dire che mi ispira fiducia. Federica mi spiega che dovrò fare 6 cicli di chemioterapia, che ogni ciclo prevede un'infusione di farmaci per vena, che ogni ciclo dura tre settimane; mi fa leggere l'informativa che presenta tutti i possibili effetti collaterali, mi fa firmare il consenso al trattamento. Da parte mia mi interessa solo sapere quali giorni dovrò stare a casa dal lavoro e su riuscirò a portare aventi tutte le mie attività quotidiane.
Fissiamo la data di inizio: 19 novembre.
La scrivo in agenda, come se potessi dimenticarmene.
Mi faccio il mio programma mentale e penso che se dovrò diventare calva, è bene che prepari i miei alunni alla cosa. Così, nei giorni seguenti mostro a scuola questo video:
Ho deciso di partire così, senza preamboli. Alla fine del video ho spiegato loro che, come quel bambino, anche io avevo un drago dispettoso nella pancia, anzi, che in realtà il drago era già stato eliminato, ma che poteva aver lasciato delle uova da cui sarebbero potuti nascere altri draghetti e per questo dovevo fare anche io le flebo con le goccioline azzurre.
Può sembrare difficile parlare ai bambini di queste cose, in realtà non lo è affatto. Con loro ho usato la parola tumore, ho spiegato loro che i tumori possono venire a qualsiasi parte del corpo, gli ho prospettato la caduta dei capelli. Loro hanno fatto domande, anche quelle che un adulto avrebbe paura di fare e io ho risposto senza mai mentire. E loro hanno capito tutto ciò che c'era da capire.

A una settimana esatta dalla visita e alla vigilia degli esami del sangue pre-chemio, arriva poi una novità: la dottoressa del Centro dei Tumori di Milano mi chiama per dirmi che ha riguardato meglio i risultati dell'esame istologico e che lo stadio del tumore è da rivalutare, non più 2B, ma 1C. A questo punto le indicazioni mediche non andrebbero più verso la scelta della chemioterapia, ma si ridurrebbero a controlli periodici. La notizia è bella, ma sul momento in realtà mi fa arrabbiare: dovrebbe essere una esperta a cui affidarsi una dottoressa che su due piedi leggendo in trenta secondi la tua cartella ti dice di fare la chemioterapia, per poi aspettare tre settimane per riguardare bene i risultati e cambiare idea? In più non sopporto l'incertezza. Nella vita ho sempre avuto il bisogno di sapere, di darmi una forma in testa di quello che deve essere e quando tutte le carte vengono rimescolate, faccio fatica a stare in equilibrio.
A questa telefonata seguono varie comunicazioni tra i medici e si ufficializza la sospensione della terapia (e meno male che non l'avevo ancora iniziata!).
Il 10 dicembre vado a fare una visita ginecologica di controllo ed ogni possibile novità viene rimandata a febbraio, quando dovrò fare una laparoscopia di sorveglianza di cui tutti conosciamo già gli esiti... ma a questo arriveremo bene la prossima volta.

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