venerdì 29 giugno 2012

Opaco e sfocato

Sul gabinetto a scrivere... questo non mi era mai successo...
e invece oggi, eccomi qua.
Ammetto che la metafora è sgradevole, ma funziona bene.

Scrivere per buttare fuori ciò che si ha dentro, come se urlasse dalle viscere che vuole uscire...
eppure non sapere nemmeno bene di che cosa si tratta...
Forse riguarda le amicizie, o quelle che hanno assunto sfumature che vanno oltre...
non lo so...
Mi sento bloccata nelle scelte e nelle distanze degli altri.
Ma, soprattutto, bloccata nei miei pensieri, nelle decisioni che ancora non sono riuscita a prendere.
Aspettare? Lasciare? Dimenticare? Coltivare? Far passare? Insistere? Credere? Cambiare? Buttarsi?
Non lo so, non lo so...
E' il mese dei dubbi, forse perchè è giunta l'estate e l'estate segna l'inizio di un nuovo cerchio, ma soprattutto il termine di quello precedente... E a volte le giunture sono un problema.

Ma che diavolo sto scrivendo? Non lo so nemmeno io...

E' tutto opaco e sfocato
e come si può scavalcare un muro che non si riesce a vedere con nitidezza???

domenica 24 giugno 2012

Dove mi trovo ora

Sono in uno di quei momenti così.
In cui ti fermi e cerchi di capire dove sei arrivata.
In cui, in realtà, avresti solo voglia di andartene al mare e goderti le vacanze.
Ma l'università e lo studio ti trattengono e manca ancora un mese.
Un mese in cui però sai che devi dare comunque il massimo per superare anche i prossimi due esami e iniziare a imbastire i lavori per quello di settembre...
Sai che non puoi sgarrare se vuoi laurearti il prima possibile,
sai che da ottobre ti aspetta un anno pienissimo tra lezioni, altri esami, laboratori, tirocinio, stesura della tesi, lavoro, allenamenti... cose a cui comunque non rinunceresti, sono quelle per cui senti che val la pena di far fatica, ma che ti mettono pure alla prova.
E poi c'è l'incertezza legata ai sentimenti. Quanto vale la pena veramente aspettare? Non si può avere una risposta.
Il problema è che ora sono andata talmente tanto avanti in una strada a me sconosciuta, che ora non so più dove sono... Non che mi faccia paura il proseguire, la paura è quella di non arrivare da nessuna parte.
E il non arrivare da nessuna parte è un finale che non ho mai preso in considerazione nella mia vita.
Anzi, mi fa molta paura!
Dall'altra parte, però, non vedo ancora vie che mi chiamano a loro, seppur qualche istinto di provare a cambiare sentiero ci sia. E forse ho deciso di ascoltarlo...
Ma di certezze non ne ho nessuna. Non dico di aver scelto di fare le cose giusto per farle... ma... non ho obiettivi, non ho mete, non ho aspettative e speranze nitide...

Questo pomeriggio ho fatto un sogno (sì, lo ammetto, ho dormito invece che sfruttare il mio tempo per studiare...). Uno dei miei. C'era un sentiero di montagna che portava ad un grande, grandissimo teatro. Ricordo molti piani su cui si saliva non troppo agilmente. Io lavoravo per il teatro, stavo dietro le quinte, osservavo lo spettacolo dalle fnestrelle dei depositi, dove si tengono i costumi, le stoffe e tutto il materiale di scena. Il teatro era immenso, gigantesco e bellissimo. Ricordo le mie continue salite e discese per le scale, e al bar ho pure rovesciato da bere ad un ragazzo.
Non ho trovato significati per un sogno del genere, so solo che mi è piaciuto nonostante l'apparente inconcludenza... non so... forse è che oggi mi sento così: in continuo movimento su scale e scale strette, imprigionata in un luogo che trovo bellissimo ma senza sapere nulla di più...

domenica 10 giugno 2012

... al centro di un incrocio


Arrivano i giorni in cui ogni sera, nel tuo letto, ti chiedi dove sei. Ti trovi nella stanza del dubbio, nel limbo delle incertezze. Hai dei sentimenti, eppure non li riesci a decifrare. Ti chiedi se ancora li sai riconoscere, o se ne hai perso la capacità. A volte ti senti così spinta dalle emozioni e altre, invece, ti chiedi se ancora sei capace di provarne davvero.
E poi cerchi di capire se sei pronta a lasciare tutte le possibili strade che hai davanti per sceglierne una, senza sapere esattamente dove ti porterà. Se sei pronta a rinunciare alla strada che sembra la più adatta a te, ma che in questo momento è sbarrata (e chi sa se mai verrà aperta) per qualcosa che potenzialmente, in questo momento, non è nemmeno paragonabile ad essa.
Razionalizzare le emozioni a volte aiuta. Ma poi hai la paura di averle modificare troppo, di averle rese innaturali. Forse la pedita dell'equilibrio, però, può essere buona: è l'occazione per testare la veridicità dei sentimenti. O è il modo che ha il nostro cuore per dirci che abbiamo bisogno di vivere. Adesso. A volte una strada la si può ripercorrere alla rovescia, o ti porta a nuovi incroci. Non dobbiamo credere che scegliere significhi rimpicciolire la nostra possibilità d'azione.